Noi ci siamo! Trattamenti a distanza
Eccoci qui! La lontananza fisica non ci separa…
Contributi realizzati nel 2020, per supportare le famiglie durante la pandemia Covid.
Sono partite le attività a distanza, in supporto agli apprendimenti, ai compiti e allo studio, con i nostri bambini e ragazzi.
Abbiamo trovato tanti modi, dalle tecnologie più semplici e diffuse a quelle un pò più complesse e raffinate, felicemente sorpresi di ciò che sta accadendo e delle competenze che emergono in questa nuova e strana situazione...che ha imposto a tutti noi di sperimentare nuove modalità e strategie più creative per apprendere. Ma abbiamo scoperto che si può fare, che è interessante e spesso anche divertente.
Perché anche se a scuola ora non si va, non dobbiamo smettere di crescere ed imparare.
Stanno proseguendo anche tutti gli altri percorsi di aiuto allo sviluppo dei nostri bimbi e ragazzi, sempre attraverso modalità di sostegno a distanza, che vedono coinvolti loro o le loro famiglie.
Noi ci siamo!
Abbiamo trovato tanti modi, dalle tecnologie più semplici e diffuse a quelle un pò più complesse e raffinate, felicemente sorpresi di ciò che sta accadendo e delle competenze che emergono in questa nuova e strana situazione...che ha imposto a tutti noi di sperimentare nuove modalità e strategie più creative per apprendere. Ma abbiamo scoperto che si può fare, che è interessante e spesso anche divertente.
Perché anche se a scuola ora non si va, non dobbiamo smettere di crescere ed imparare.
Stanno proseguendo anche tutti gli altri percorsi di aiuto allo sviluppo dei nostri bimbi e ragazzi, sempre attraverso modalità di sostegno a distanza, che vedono coinvolti loro o le loro famiglie.
Noi ci siamo!
Trattamenti a distanza: da una necessità ad una risorsa!
Una testimonianza ci racconta le esperienze con i ragazzi delle scuole secondarie. (di Luca Moratti - Psicologo)
"La chiusura fisica delle scuole e successivamente quella dei nostri classici ambienti lavorativi ha reso necessario trovare nuove strategie e strumenti per “incontrarci” con tutti quei ragazzi, delle scuole secondarie, con i quali lavoriamo a stretto contatto.
La nostra professione ha come principale finalità quella di rendere il percorso scolastico dei ragazzi con difficoltà di apprendimento, spesso ricco di ostacoli esecutivi ed emotivi, più sostenibile ed appagante. L’impossibilità di incontrarsi settimanalmente, la conseguente rottura di classiche routine e la ripresa delle attività scolastiche on-line poteva portare questi ragazzi ad una involuzione rispetto ai traguardi raggiunti. Abbiamo allora deciso di allinearci con la scuola e provato ad attivare anche noi incontri a distanza, una prova per non lasciarli soli in questo difficile momento. La prova si è ben presto trasformata in una nuova routine; molti dei ragazzi con i quali lavoriamo si sono mostrati ormai esperti di queste nuove tecnologie, utilizzate dalla maggioranza dei loro coetanei principalmente per scopi ludici, da loro invece già ampiamente testate come strumento essenziale per un apprendimento efficace. Le distanze, che in questo periodo sembrano così ampie alla maggioranza della popolazione, si sono rivelate invece assai ridotte e i nostri percorsi si stanno sviluppando in modo proficuo e in alcuni casi addirittura più efficaci grazie alla possibilità di connettersi dove tutto e immediatamente fruibile e disponibile. Speriamo naturalmente di poterci rivedere dal vivo il più presto possibile ma, nel futuro, quando tutto sarà tornato più o meno come prima, non escludiamo che questa situazione d’emergenza possa averci portato in dote un nuovo strumento, fino ad oggi poco considerato, utile per la nostra professione". |
Trattamento sulla scrittura
Il racconto di nove percorsi appena iniziati, ma ricchi di buone prospettive (di Erica Lemma, psicologa e grafologa)
"Con l'arrivo del Coronavirus sono stata costretta, come tanti altri miei colleghi a lasciare fisicamente la sede e con essa i miei ragazzi. Avendo alle spalle percorsi durati mesi nell'area della riabilitazione del gesto grafico, non volevo che i bambini perdessero tutto il lavoro e gli sforzi fatti fino ad ora. Ho così pensato di attivarmi tramite il web, dopo che come cooperativa abbiamo deciso che era una modalità fattibile.
Devo ammettere, che inizialmente ero molto sfiduciata nell'utilizzare questo canale, in quanto si sarebbe persa l'idea di relazione, come fino ad ora ero abituata ad avere con i miei bimbi; ma data la situazione che, "potrebbe durare molto a lungo", ho preferito comunque provare a salvare tutto il lavoro fatto assieme. Così, ho telefonato alle famiglie dei miei ragazzi, spiegando loro la possibilità che avevamo di tenere in piedi la nostra riabilitazione, e con molto stupore, prima una e poi l'altra, hanno aderito in nove; ho precisato nel dettaglio che avrei cercato di mantenere il più possibile la qualità del mio operato, e ho spiegato loro come avrei proceduto. Avrei scansionato il materiale necessario per ogni bambino, creata la seduta della giornata con ognuno di loro e spedito via mail il tutto; e così ho fatto. Tutt'ora, passata solo una settimana e avendo fatto una sola riabilitazione con ognuno di loro, stiamo procedendo con i nostri obiettivi. Sento i ragazzi via Skype; tutte le famiglie si sono trovate bene, tranne due, con le quali abbiamo avuto qualche problema logistico di audio, ma abbiamo risolto tramite l'utilizzo combinato di pc e cellulare. La mia riabilitazione tipo, funziona più o meno come quelle dal vivo, ovviamente manca tutta la parte fisica (abituata a salutare i bambini con un abbraccio o una mano sulla spalla ecc...), ma in realtà a livello di relazione tutto è come prima: le risate, la battuta, i racconti delle giornate di questa insolita quarantena (forse perchè sono ragazzi che seguo già da mesi). A stupirmi è stato nuovamente il fatto, che la loro attenzione è stata più sostenuta del solito, forse, perché è uno strumento di comunicazione nuovo. Per il momento procedo con: una prima parte di motricità fine (con l’utilizzo del pongo o della sabbia magica con i quali facciamo esercizi assieme), segue una parte di schede per l’esercizio dei pregrafismi di varia natura, ed infine vi è una parte più libera fatta di "scrittura di parole dettate, dettati, tracciati scivolati ed arabeschi", ovviamente sempre con la mia supervisione riguardo la postura ed impugnatura. Per il momento, questo è ciò che sto provando a fare, forse migliorerà nei giorni, affinando la comunicazione online….Sperando di tornare presto alla nostra normalità". |
Quando l'apprendimento a distanza attiva organizzazione e pianificazione
Una testimonianza dell’importanza del tutoraggio a distanza per un ragazzo delle scuole superiori (di Vera Adamo Psicologa specializzata nei DSA)
"Nel mio caso, l’adozione di una modalità di trattamento a distanza, ha portato a intensificare gli incontri con un ragazzo delle superiori. Un adolescente che, forse, prima sentiva troppo la pressione di questo monitoraggio dello studio, insieme alla voglia di sperimentarsi un po’ di più per conto suo, mentre adesso sembra aver attivato ancora di più le sue capacità di organizzazione e pianificazione dello studio.
In generale, la ristrutturazione forzata di tutto il percorso scolastico mi ha fatta avvicinare ancora di più alle famiglie, cercando di comprendere, ora più che mai, i bisogni dei loro figli, che sono sicuramente diversi per ciascun ragazzo che sia entrato in contatto con le nuove modalità di formazione a distanza". |
Equipe Trattamento in modalità "a distanza"
Lontani, ma vicini…Divisi, ma uniti! (di Simona Tagliazucchi, Psicologa e laureata in scienze motorie e Silvia Bonacini, Psicologa perfezionata in psicopatologia dell’apprendimento – Responsabili del servizio trattamento privato e in convenzione)
"Eccoci qui…Nonostante la lontananza fisica imposta da circostanze esterne, abbiamo trovato modo di adattarci con flessibilità alla nuova situazione e riorganizzarci. Abbiamo trovato soluzioni alternative per rispondere al nostro bisogno di incontrarci, sia con i nostri utenti esterni, sia mantenendo momenti di confronto interno in equipe e con il gruppo di colleghi.. Un confronto che abbiamo sempre ritenuto essenziale nel nostro operare, e che ora stiamo mantenendo grazie al web.
Se da un lato quindi gli operatori della Cooperativa hanno attivato tutte le modalità possibili per proseguire nei servizi offerti a bambini e ragazzi, mantenendo attivi i percorsi in precedenza effettuati in sede, attraverso trattamenti "a distanza", queste stesse modalità ci permettono anche di incontrarci tra noi, in momenti di equipe, confronto e anche di formazione, svolti ora sulle piattaforme on-line. Anche in questo periodo pertanto, siamo riusciti a riunirci e mantenere i nostri usuali momenti di confronto in Equipe multi professionali a cui partecipano psicologi, logopedisti, educatori, TNP, ecc. Tali occasioni sono divenute quanto mai importanti ed urgenti, visti i cambiamenti esterni intervenuti così improvvisamente. e che paiono essere più duraturi del previsto. Oltre alle due equipe generali, svolte con tutti gli operatori dell'area trattamento (eravamo in 25!), sono state calendarizzate altre quattro occasioni di incontro online, finalizzate allo scambio di idee ed esperienze, per condividere le modalità attivate, individuare strumenti di trattamento a distanza idonei alle diverse situazioni, confrontarci su quali siano più efficaci e più agevoli per bambini e famiglie, anche in relazione ai mezzi di cui dispongono.. oltre che in riferimento all'età del bambino e in relazione alle specifiche difficoltà che presenta. Gli argomenti saranno in questi casi più delimitati, destinando a ciascun incontro il tempo necessario a consentire confronti e scambio di metodi, tecniche e strumenti, adottati nell'attività nell'attività a distanza con bambini e ragazzi. Una prima equipe specifica é già stata svolta per i nostri utenti /ragazzi della scuola secondaria (medie e superiori), che stanno riprendendo le loro attività sul metodo di studio o sul recupero e potenziamento di alcune aree di apprendimento; una seconda, ha invece riguardato la riabilitazione a distanza della lettura e della scrittura, in bambini della scuola primaria con difficoltà di apprendimento. Due ulteriori momenti di equipe online sono in programma per i prossimi giorni e riguarderanno invece una, il trattamento a distanza delle difficoltà nel calcolo e nell'area della matematica, l'altra, le attività di trattamento per i bambini più piccoli, con difficoltà di varia natura (parteciperanno psicologi, logopedista, psicomotriciste, terapiste della neuropsicomotricità, ecc.). I rimandi positivi avuti dagli operatori (siamo abituati a lavorare in gruppo e a condividere e, il venir meno di questa possibilità rischiava di far sentire ciascuno di noi un pò perso ed isolato) ci spingono a credere che continueremo su questa strada e che le nuove modalità di comunicazione a distanza con cui stiamo prendendo sempre più dimestichezza, potrebbero proseguire ed essere adottate anche dopo. Sebbene non sostituiranno del tutto i nostri incontri attorno al tavolo, che riteniamo così preziosi ed importanti nella nostra professione". |
La matematica a distanza!
Esperienze di attività di intervento con i più piccoli delle scuole elementari (di Silvia Bonacini, Psicologa perfezionata in psicopatologia dell’apprendimento)
Come supportare con uno smartphone!
"Anche con i più piccoli, con cui ci attendevamo le maggiori difficoltà nell’attività a distanza sui compiti o su competenze strumentali specifiche oggetto di riabilitazione (es. lettura, calcolo, ortografia), abbiamo cominciato a lavorare con reciproca soddisfazione.
E’ vero…loro sono “nativi digitali” e spesso più flessibili di noi adulti. Ma un conto è giocare sul telefono o un IPod, oppure farsi riprendere mentre si fa un balletto; altra questione è usare questi mezzi per fare attività didattiche in assenza della scuola. Invece…alcuni di loro, si impegnano a svolgere anche alcune attività in più per proseguire da casa un percorso di potenziamento individuale in studio, che l’attuale situazione ha interrotto. Anche gli strumenti più semplici e a disposizione di tutti i genitori, possono avere per i nostri bimbi un valore motivante inaspettato…e anche l’esercizio, con qualche strategia, può diventare un passatempo divertente. Mostrare all’operatore il risultato dell’attività svolta, dopo averne ricevuto la consegna e la spiegazione, fingendosi “grande”, recitando il ruolo della maestra o di un esperto di storia in una trasmissione divulgativa, è piaciuto tanto ed ha divertito grandi e piccini. E basta un semplice smartphone! Ad esempio per esercitarsi un po’ sugli amici del 10 e per consolidare fatti aritmetici e strategie di calcolo rapido". I materiali di riabilitazione utilizzati sono tratti da: C. Bortolato, La linea del 20, Erickson". |
Il sostegno sulle difficoltà specifiche di apprendimento
"È stata davvero straordinaria la risposta della scuola e delle insegnanti a questa situazione di emergenza che ha colto tutti impreparati. Tuttavia, anche rispetto alle attività proposte dalle maestre attraverso mail o piattaforme, per i bimbi con difficoltà negli apprendimenti può essere necessaria una ulteriore spiegazione…un’attenzione individualizzata e personalizzata, realizzata attraverso una modalità a distanza. Non sempre il genitore, anche quando dispone delle conoscenze e della disponibilità di tempo, riesce a farsi ascoltare con la necessaria attenzione, o ad attivare nel bimbo la necessaria motivazione. In questa fase in cui anche la scuola ha dovuto prontamente riorganizzarsi, non è sempre facile per le famiglie “tenere insieme tutti i pezzi”. Molti genitori sono a casa…ma molti altri ancora lavorano e sono anzi occupati anche più del solito. Pensiamo ad esempio a chi opera in imprese di pulizia o in altri settori che continuano ad essere attivi anche in questo periodo.
Le schede predisposte dalla maestra, per quanto semplici ed intuitive, possono non essere sufficienti per una comprensione profonda del concetto che si vuole trasmettere. Il rapporto individuale ovviamente consente di modulare la spiegazione in modo interattivo in relazione ai feed-back del bambino, personalizzarla, cogliere le incomprensioni, ripetere il concetto, arricchire con altri esempi, favorire generalizzazioni chiedendo al bambino di farne altri, dimostrando in tal modo di avere effettivamente capito.
E quando si raggiunge questo traguardo, è gratificante per tutti. Fare il compito diventa proprio una cosa facile e veloce.
Non soltanto: doverlo poi mostrare e descrivere all’operatore attraverso un semplice video fatto dal genitore, oltre ad essere divertente, offre una ulteriore occasione di memorizzazione e consolidamento.
In questo caso, con A. (II elementare), abbiamo lavorato sul concetto di moltiplicazione e svolto le schede fornite via email dalla maestra".
Le schede predisposte dalla maestra, per quanto semplici ed intuitive, possono non essere sufficienti per una comprensione profonda del concetto che si vuole trasmettere. Il rapporto individuale ovviamente consente di modulare la spiegazione in modo interattivo in relazione ai feed-back del bambino, personalizzarla, cogliere le incomprensioni, ripetere il concetto, arricchire con altri esempi, favorire generalizzazioni chiedendo al bambino di farne altri, dimostrando in tal modo di avere effettivamente capito.
E quando si raggiunge questo traguardo, è gratificante per tutti. Fare il compito diventa proprio una cosa facile e veloce.
Non soltanto: doverlo poi mostrare e descrivere all’operatore attraverso un semplice video fatto dal genitore, oltre ad essere divertente, offre una ulteriore occasione di memorizzazione e consolidamento.
In questo caso, con A. (II elementare), abbiamo lavorato sul concetto di moltiplicazione e svolto le schede fornite via email dalla maestra".
Le pagine del libro della bambina:
Supportare nella programmazione dei compiti, nello studio e nell'apprendimento della matematica
Esperienze diverse che ci raccontano come si stia adattando nei trattamenti e nei tutoraggi le metodologie e gli strumenti (di Arianna Casali, Psicologa)
"In questo periodo particolare in cui le scuole sono chiuse e per la sicurezza di utenti ed operatori è stata sospesa anche l’attività nei nostri studi, è stato importante interrogarsi su quali potevano essere le modalità con cui poter essere ugualmente “vicini” ai nostri ragazzi.
Nella mia attività a Progetto Crescere, incontro con appuntamenti settimanali o bisettimanali, ragazzi - soprattutto di scuola secondaria di primo grado e di secondo grado - che hanno difficoltà scolastiche di varia natura e con cui principalmente svolgo attività sul metodo di studio o di avviamento agli strumenti compensativi; in altri casi si tratta di attività di tutoraggio, seguendoli nei compiti settimanali e definendo con loro una programmazione efficace degli stessi, oppure aiutandoli con strategie individualizzate nelle materie nelle quali sono presenti maggiori difficoltà. Con la chiusura della scuola e l’avvio della didattica on-line è stato importante fin da subito non perdere il contatto con i ragazzi…molti di loro si sono trovati in difficoltà con le nuove modalità (per esempio sperimentando per la prima volta le video-lezioni dei professori) oppure con la programmazione dei compiti, in quanto molto diversa da quella effettuata durante le abituali settimane scolastiche. Ecco le mie esperienze! Per quanto riguarda l’aiuto sulla programmazione dei compiti ho mantenuto l’incontro settimanale con A. (terza secondaria di primo grado) tramite “Hangouts”. Grazie alla sua motivazione e voglia di affrontare i compiti e le lezioni con il consueto impegno, siamo riuscite ad incontrarci in videochiamata fin dall’inizio. Subito faceva fatica ad organizzare la sua settimana e soprattutto il cambiamento nelle modalità di studio e apprendimento ha generato alcune difficoltà iniziali e qualche momento di ansia e disorientamento. Ho quindi iniziato raccogliendo il suo sfogo e ascoltando le sue preoccupazioni, rassicurandola sul fatto che ero sicura che “ce la saremmo cavate bene anche questa volta”. Ristabilito un clima relazionale più sereno, abbiamo fatto insieme l’elenco dei compiti e le scadenze della settimana, mettendo insieme con ordine le varie fonti. Abbiamo così ricostruito la settimana, suddividendo il lavoro giorno per giorno. Dopo le prime due settimane in cui abbiamo svolto questo lavoro di riordino insieme, A. è diventata autonoma e davvero brava in questa attività di programmazione e ad oggi pianifica da sola la sua settimana di lavoro. Il nostro incontro settimanale si è quindi riconvertito in un supporto alle spiegazioni on-line per aiutala nei compiti in cui si sente maggiormente in difficoltà. Sperando di rivederci presto anche “dal vivo”, per ora A. si è dimostrata davvero flessibile e tenace nell’affrontare questo periodo di studio particolare. Per quanto riguarda invece il supporto allo studio incontro settimanalmente G. (classe seconda, scuola secondaria di secondo grado) tramite “Hangouts”. Anche in questo caso, grazie alla sua motivazione siamo riuscite a mantenere il nostro appuntamento routinario per supportarla nello studio, utilizzando modalità diverse ma arrivando allo stesso obiettivo.
Utilizziamo “Hangouts” per vederci e “WhatsApp” per lo scambio di immagini, siccome i suoi testi sono per lo più cartacei. Tramite la chat di “WhatsApp” riesce a trasferirmi le pagine come immagini ed insieme ragioniamo su ciò che lei ricorda della video-lezione precedentemente avvenuta e sulle informazioni per cui ha bisogno di una spiegazione ulteriore. Dopo questi primi passaggi costruiamo insieme la mappa, avvalendoci della telecamera. G. integra lo schema completandola oralmente facendo già facendo già una riflessione su ciò che abbiamo spiegato insieme ed esercitandosi in una prima esposizione orale su cui poi lavorerà ulteriormente in autonomia, avendo però avuto modo di chiarire tutti i concetti nella nostra ora di studio congiunto. Si è creata una cartella in cui archivia le mappe che costruiamo per il ripasso finale. Tramite questa nuova modalità e adattandoci ai nuovi strumenti di condivisione a distanza, riusciamo a proseguire il nostro lavoro sullo studio e la costruzione di mappe concettuali, che G. considera strumento di grande utilità per la memorizzazione. Nelle immagini, una delle mappe che abbiamo costruito “a distanza”. Per quanto concerne l’area della matematica ho mantenuto bisettimanalmente gli incontri con G. (seconda superiore di secondo grado). I nostri incontri erano (e sono!) finalizzati ad un supporto nell’ambito della matematica, in quanto le fatiche prevalenti si dimostravano in quell’area. Insieme riprendevamo la spiegazione fatta in classe e tramite diverse strategie (schemi, mappe, esercizi) ne implementavamo comprensione e memorizzazione.
Abbiamo dovuto riadattarci in un rapporto a distanza, cercando di volta in volta il mezzo tecnologico più adatto…o utilizzandone più di uno. Questa settimana, per esempio, G. è riuscito a condividere con me, attraverso l’applicazione “Zoom” nella modalità “condividi schermo”, un video di spiegazione fatto dalla sua professoressa di matematica. Fermando e risentendo il video nei punti più importanti ed integrando la spiegazione dell’insegnante con altre da me introdotte, siamo giunti a creare uno schema contenente le regole principali. Successivamente abbiamo condiviso lo schema tramite “WhatsApp” in modo che lui lo avesse sul suo cellulare e potesse usarlo quotidianamente per poter svolgere gli esercizi assegnati in autonomia. |
L’importanza della famiglia come "parte attiva" e partner terapeutico (di Giovanna Badagliacca, Terapista della Neuropsicomotricità)
La Riabilitazione Neuro-Psicomotoria si pone l’obiettivo di raggiungere il miglior grado di autonomia e di benessere psico-fisico dell’individuo, valutando l’equilibrio complessivo, l’integrazione di tutte le funzioni e le competenze del bambino.
A tale scopo, l'intervento abilitativo utilizza tecniche specifiche per l’acquisizione e/o il potenziamento di aree quali: Schema Corporeo, Coordinazione motoria dinamico-generale, equilibrio, abilità di motricità fine-motoria, autocontrollo, tempi di attenzione e ragionamento logico-deduttivo. Adattamento al tempo, strutturazione spaziale, gioco creativo, motivazione, rilassamento sono elementi fondamentali per la piena riuscita dell'intervento riabilitativo sia a livello intersoggettivo/individuale che di gruppo, potenziando le capacità di integrazione, di relazione, di creatività e di problem solving. Lavorando con i bambini, assume grande importanza la relazione e la capacità di "sintonizzarsi", anche attraverso il contatto fisico e, oltre alla comunicazione verbale, anche quella non verbale: gesti, sguardi, posture, tono muscolare, qualità e caratteristiche del movimento, uso del corpo nello spazio, ecc. Purtroppo, l'attuale situazione non consente di effettuare trattamenti individuali o di gruppo, secondo le modalità abituali. Fondamentali, nel trattamento, sono infatti il contatto, il gioco, l'interazione ravvicinata, una contiguità fisica che non può non essere presente specie con i bambini, a prescindere dalle loro difficoltà e/o disturbi e dalla loro severità. Mi son chiesta però come poterli supportare a distanza, in modo che l'interruzione del trattamento non vanificasse i piccoli progressi ottenuti; mi sono chiesta anche come poter sostenere le loro famiglie, in questo momento reso ulteriormente difficile per la chiusura della scuola e il venir meno di molti altri stimoli, data la condizione di isolamento imposta. Il cambiamento delle routine, la sospensione delle abituali attività, scolastiche e non, il trascorrere intere giornate in casa, ha portato alcuni di loro ad avere comportamenti poco funzionali; d'altro canto i genitori cominciano a risentire di un po’ di stanchezza nel gestire attività ludiche ed educative, e faticano ad organizzare il tanto tempo a disposizione. Sappiamo quanto questo possa essere difficile, specie con bambini affetti da autismo o altri disturbi pervasivi dello sviluppo. Si teme altresì una regressione e la perdita di alcuni degli obiettivi prima faticosamente raggiunti... Mi sono perciò resa disponibile a rimanere in contatto, sostituendo al trattamento con il bambino, una consulenza "a distanza" alle famiglie, utilizzando le risorse offerte dal web. Le videochiamate con i genitori offrono l'opportunità di confrontarci sulle dinamiche che si verificano in casa, condividere indicazioni, confrontarci sulle attività e sul modo in cui proporle, rendendo la famiglia "parte attiva" e partner terapeutico, almeno al fine di mantenere alcune delle conquiste conseguite, ma anche definendo programmi settimanali per lavorare su alcuni obiettivi specifici; rispetto ad essi e alle eventuali difficoltà incontrate, ci confrontiamo poi nell'incontro virtuale successivo. Da circa un mese quindi, stiamo sperimentando con diverse famiglie questa modalità, "incontrandoci" settimanalmente on-line, valutando l'andamento dei giorni precedenti ed organizzando il lavoro per i successivi. Ciò ci offre l'opportunità di condividere indicazioni mirate e personalizzate per il singolo bambino, finalizzate ad esempio alla gestione di comportamenti inadeguati o disfunzionali, o sulla strutturazione della giornata, nonché sull’esecuzione di attività mirate, sia di tipo motorio che cognitivo. In attesa della ripresa dell'intervento diretto con il bambino, ritengo importante tale forma di consulenza, affinché il percorso intrapreso possa in qualche modo proseguire, il bimbo mantenersi attivo, la famiglia compresa, sostenuta e guidata in queste nuove circostanze. Insieme, sebbene distanti, cerchiamo di raggiungere un unico obiettivo: il benessere psico-fisico del bambino, sostenendo l’integrazione delle sue funzioni, il consolidamento delle sue competenze e promuovendone lo sviluppo di nuove, nonostante le difficoltà del momento. Spero in tal modo di poter continuare ad offrire il mio aiuto e mettere a disposizione la mia esperienza professionale anche in questa difficile fase, sperando comunque di rivedere al più presto di persona tutti "i miei bimbi", le mamme e i papà! |
Nelle immagini, un esempio di parte dell'agenda giornaliera che abbiamo messo a punto con i genitori di uno dei miei bimbi, e le diverse immagini a disposizione per scandire e "guidare" i diversi momenti della giornata, o le diverse attività, in giorni differenti.
Le diverse immagini vengono attaccate mediante del velcro posto nella parte posteriore, su una base di cartoncino, secondo la sequenza di attività programmate. Le immagini possono indicare genericamente un'attività (es. guardare la televisione, giocare, dormire...); oppure guidare in modo più dettagliato la sequenza di azioni prevista per uno specifico obiettivo (ad esempio lavarsi o vestirsi).
Le diverse immagini vengono attaccate mediante del velcro posto nella parte posteriore, su una base di cartoncino, secondo la sequenza di attività programmate. Le immagini possono indicare genericamente un'attività (es. guardare la televisione, giocare, dormire...); oppure guidare in modo più dettagliato la sequenza di azioni prevista per uno specifico obiettivo (ad esempio lavarsi o vestirsi).
Quando le esperienze di trattamento "a distanza" diventano una occasione di crescita professionale (di Antonella De Rosa, Psicologa)
"L’adozione delle modalità di trattamento a distanza ci era apparsa inizialmente tutt’altro che semplice: tante perplessità e domande, tanto da scoprire e da capire.
Poi le prime prove e l’esplorazione di tutto ciò che tali strumenti potevano offrire. Software, strumenti e piattaforme come Skype, Hangouts, Zoom, Whatsapp, che ci consentono di effettuare chiamate, videochiamate e videoconferenze si sono rivelati una sorprendente scoperta per ragazzi e adolescenti: pratici e immediati, utili allo scambio di informazioni, a coordinarsi, alla condivisione non solo di materiali, ma anche di opinioni e stati d’animo, uno straordinario mezzo di comunicazione per mantenere vivi i contatti, per confrontarsi e supportarsi. Provveduto allo scambio dei materiali su cui lavorare, riusciamo ad apprendere e mettere in atto efficaci strategie di studio, a dedicarci ad attività di comprensione e produzione di testi scritti, a realizzare mappe e schemi, a simulare colloqui orali. Nonostante le prime difficoltà, anche i più piccoli ne sono stati attratti e incuriositi, apprezzando la possibilità di lavorare in maniera interattiva ed alternativa. Attraverso giochi, schede e attività appositamente strutturate si sta proseguendo con il potenziamento delle abilità strumentali, sostenendo l’apprendimento. Allo stesso tempo, non vengono mai a mancare il confronto, la condivisione e la funzione di supporto emotivo, aspetti essenziali in ogni singolo percorso. Ritengo che questa esperienza mi stia arricchendo molto sia sul piano professionale che personale, spingendomi a creare, sperimentare e reinventarmi nella strutturazione delle attività e nel cercare soluzioni efficaci a raggiungere gli obiettivi di apprendimento, rendendo il compito meno "noioso" possibile. Altrettanto importante è l’investimento nella relazione con l’altro. Se l’impossibilità di trovarsi fisicamente nella stessa stanza inizialmente poteva sembrare un forte limite, ho pian piano notato come i tentativi di comunicare e di rapportarsi attraverso lo schermo si traducessero in frequenti sforzi reciproci di attenzione, di comprensione e di cooperazione. Non c’è dubbio che le modalità che ci hanno caratterizzato e accompagnato finora, così come il ritrovarsi l’uno di fronte all’altro nel costruire relazioni e nel comunicare siano insostituibili, ma questo importante tentativo di adattamento e riorganizzazione, unito a quanto stiamo apprendendo non può che essere fonte di crescita, di rinnovamento e di spinta verso nuove prospettive future". |
Nelle immagini alcune attività da me costruite che ho utilizzato con una bambina della scuola primaria per potenziare le abilità di calcolo (con gli amici del 10 e strategie di addizione e sottrazione) e di conteggio (in avanti, a salti).
(di Stefania Musci, Psicologa specializzanda in Psicoterapia)
"Sono psicologa e trainer di I livello del Metodo Benso©, mi occupo di trattamento delle funzioni esecutive e di tutto ciò che aiuta i bambini ad acquisire una maggiore autoregolazione e consapevolezza di sé. In questo periodo in cui gli incontri "di persona" sono sospesi, continuo a seguire i bambini via Skype. Questo, sia per evitare di interrompere il trattamento per un periodo troppo prolungato, sia per sostenerli psicologicamente, data la criticità del momento. Mi pare stia risultando più che mai importante offrire loro anche uno spazio di ascolto protetto in cui poter condividere preoccupazioni e anche vissuti di dubbio e angoscia.
Oltre al colloquio, riusciamo a svolgere le nostre normali attività e gli esercizi di potenziamento su alcune funzioni esecutive, attraverso la condivisione dello schermo tramite Skype; tramite questa modalità riesco a fare vedere i materiali ai bambini che poi mi rispondono a voce. Si riesce quindi a lavorare sull’attivazione dell’attenzione e sul riaggiornamento in memoria di lavoro visiva e uditiva. Un altro esercizio, preso in prestito da tecniche di meditazione è la tecnica del grounding o più semplicemente 5 4 3 2 1: utile nel mio caso per tenere il bambino al di là dello schermo, presente nella relazione a distanza. Ci tengo a condividere questa tecnica perché penso possa essere utile a tutti, da grandi a piccini, per focalizzarci nel qui e ora, nel momento presente. Questo semplice esercizio può essere svolto ovunque ed è indicato in quei momenti in cui ci sentiamo sopraffatti dell’angoscia. Visto il periodo che stiamo affrontando, non è il momento giusto per pensare troppo ad un futuro ancora molto incerto; forse è più utile intanto focalizzarci sul presente, recuperando il contatto con il nostro corpo e le nostre sensazioni…più rilassati e "in contatto", forse potremo affrontare meglio almeno il presente!" Questo è l’esercizio 5 4 3 2 1: Guardati intorno, nomina: 5 cose che vedi 4 cose che puoi toccare/sentire sulla tua pelle 3 cose che puoi sentire con l’udito 2 cose di cui puoi sentire l’odore e una cosa che puoi sentire con il gusto. |
Infografiche che mostrano i passaggi del grounding, esercizio adatto sia per bambini che per adulti
Questo semplice esercizio può aiutare a tranquillizzarci tramite la semplice focalizzazione sui nostri sensi e su quello che sentiamo nel qui e ora.
Con l’augurio di rivederci presto, spero di fare cosa gradita condividendo questi semplici spunti, che possono essere utili per trasformare una situazione critica in occasione di riflessione e incoraggiare il ritorno a un contatto più profondo con noi stessi.
Questo semplice esercizio può aiutare a tranquillizzarci tramite la semplice focalizzazione sui nostri sensi e su quello che sentiamo nel qui e ora.
Con l’augurio di rivederci presto, spero di fare cosa gradita condividendo questi semplici spunti, che possono essere utili per trasformare una situazione critica in occasione di riflessione e incoraggiare il ritorno a un contatto più profondo con noi stessi.
Esempio di matrice fatta memorizzare visivamente al bambino (a sinistra) e matrice in bianco per la rievocazione (a destra).
Il tutto tramite la condivisione dello schermo durante la videochiamata.
Il tutto tramite la condivisione dello schermo durante la videochiamata.
Psicomotricità relazionale comportamentale a distanza, al tempo del Covid-19 (di Isabel Davoli, Psicomotricista relazionale. Redazione a cura di Silvia Bonacini, Psicologa)
"Un contagiato, due contagiati, 4 vittime...Poi 10, 20, 100 contagiati, chiusura delle scuole, divieto di uscire, divieto di lasciare il proprio comune...
É primavera, i primi fiori sbocciano, le lepri giocano tra di loro nel campo di fronte a casa; c’è voglia di saltare, di uscire all'aperto e correre, sbucciarsi le ginocchia con la piccola bicicletta. Ti porto fuori, corri con le tue gambette: “Guardami mamma sono un uccellino, sto volando, fammi volare”. Si amore, ti faccio volare. Siamo da sole, completamente sole, circondate solo da uno strano silenzio. I miei occhi si gonfiano di lacrime e mi chiedo quando tutto questo finirà. Divieto di allontanarsi oltre i 200 metri da casa; ci sono blocchi di pattuglie davanti al negozio di alimentari e tabacchi: non potete andare a fare un giro, state a casa. La frase che sentiamo più spesso da un mese a questa parte. Il mio cuore è spezzato perché tu, piccola, piangi e mi chiedi tanti perché: perché non possiamo andare al parco, perché non possiamo vedere le mucche, la mucca Zelide… Vorresti un gelato ma le gelaterie sono chiuse, vorresti andare a fare la spesa ma per paura non ti ci porto da più di un mese, vorresti andare al bar ma è chiuso e mi chiedi perché. Andiamo al mare mamma? Non possiamo amore. Andiamo dagli amici a scuola? Non possiamo. E piangi. Ti abbraccio, ti consolo, ti stringo a me e una lacrima mi scivola sul volto. Poi provo a spiegarti. Ti racconto che fuori c’è un "Mostrillo" (come l’hai chiamato tu) molto dispettoso; è invisibile, cioè - ti spiego - così piccolo che non possiamo vederlo. Poco dopo, guardi un raggio di sole che illumina il pulviscolo e mi chiedi se quegli “insettini" sono il Mostrillo... “No amore quel Mostrillo si trova fuori, in casa non può entrare perché la casa è pulita. Senti il profumo di pulito? A lui non piace e non entra, ha proprio tanta paura. E anche del sapone ha paura, ecco perché bisogna lavarsi sempre le mani contando, così lui scappa via.” Ma fuori di casa saremo presto al sicuro, perché ci sono tante persone che stanno lavando tutto: la scuola, i parchi, i supermercati, tutto... e noi non possiamo disturbarla. Ecco perché dobbiamo stare buonine a casa e quando tu vedi il “nonno” (il Ministro Conte) in televisione, lui ci dice che se siamo bravi, presto Mostrillo prenderà la sua navicella spaziale e se ne andrà via; perché tutto verrà pulito e solo allora potremo andare a scuola dagli amici, potremo andare al supermercato, al parco e a trovare le mucche. "Ma ora vieni, andiamo in cucina che prepariamo i biscotti". È difficile trovare parole semplici e rassicuranti per i nostri bambini; spiegare nel modo giusto quello che sta accadendo...e anche per noi adulti, l'esperienza è nuova e destabilizzante. Loro sembrano percepire, anche se cerchi di nasconderlo, che c’è un pericolo, che mamma e papà sono preoccupati, che c’è timore, ansia, perplessità, sconcerto, sgomento, incredulità...crescenti. A questo incubo qualcuno non vuole credere... é una situazione così anomala, che stenti a credere che stia succedendo per davvero... E cominci a vedere persone che si ribellano, persone che non ascoltano; vietare la libertà e soffocare il bisogno umano di socializzare è quasi come vietare di vivere. Ma tutte le televisioni e internet continuano a parlare di contagi e di decessi, troppi decessi. Ci mostrano cortei funebri di camion militari che trasportano defunti. La curva dei contagi aumenta e anche i più restii iniziano a credere, a spaventarsi. In alcuni casi arriva il panico, il vero panico. Abbiamo assistito ad "assalti" ai supermercati e alle farmacie...ad assembramenti che hanno permesso al virus di prendere ulteriore forza. Sempre più contagiati e altre vite spezzate dal nemico invisibile... Si esce sempre meno. I bambini più fortunati trovano un po’ di svago nel proprio cortile; altri si affidano completamente a TV e giochi elettronici. In casa, i genitori che possono, si ingegnano per far passare il tempo, cimentandosi in attività artistiche o coinvolgendo i bimbi in cucina... Gli insegnanti anch’essi presi dall’inaspettata guerra virale, si sono attrezzati e attivano videolezioni per i propri alunni...Arrivano i compiti, e tutta la famiglia è coinvolta nell'apprendere a sua volta il nuovo compito del gestire la didattica a distanza... Alcuni fanno più fatica di altri; molte famiglie si trovano impreparate. Sale la tensione... Al contempo, tutti sono in qualche modo collegati. Ci si cerca per non sentirsi completamente soli. Si lavora smart working. Ma si deve anche lavare, stirare, cucinare...seguire i figli nei compiti. Tutto sempre in casa, senza poter vedere neanche i nonni. Molti, senza poter dare nemmeno un addio ai propri cari, deceduti. Gli stati d’animo si alternano tra momenti di sconforto più o meno intenso e momenti di maggior fiducia... Fuori dai balconi, i colori della bandiera d'Italia rinnovano un sentimento di unità collettivo e i disegni fatti dai bambini portano arcobaleni di speranza: “andrà tutto bene”. La tempesta finirà e arriverà il sereno... Ma intanto in casa lo stress cresce, la tensione sale, il corpo si incurva e si irrigidisce. L’abbigliamento da “fuori casa” è momentaneamente messo da parte e si gira vestiti in tuta, in pigiama. I parrucchieri sono chiusi, la crescita grigia nei capelli si fa vedere... ma che importa tanto non si può uscire. Ci si trascura. Si trascura Se'. Quando si ritornerà alla normalità? Quando si potrà rientrare al lavoro? Questa è la domanda che mi sono posta anche io. Dove finiscono tutte queste emozioni? Posso fare qualcosa per far sentire meglio i bambini e i genitori che stavo seguendo, anche se siamo distanti? Posso utilizzare le mie competenze professionali, o parte di esse, anche da lontano, senza un contatto diretto dei corpi? Ci ho riflettuto molto e pur nella consapevolezza che la psicomotricità richieda il contatto, lo scambio di sguardi, l’interazione, ho pensato che qualcosa si dove comunque provare a fare, in risposta ad un bisogno di aiuto. Una situazione così anomala, può forse rendere necessario un cambiamento di setting, se l'alternativa é il niente. Come del resto è avvenuto, in queste settimane, per altre forme di intervento. Le nostre vite sono cambiate, i bisogni restano e nuovi sono emersi... Provare a mantenere un COLLEGAMENTO virtuale può forse essere un punto d'inizio per sperimentare e costruire insieme una qualche nuova forma di "psicomotricità" a distanza. Provare a trovare insieme un modo per sentire che non siamo soli col nostro corpo e le nostre emozioni. Forse si può affiancare la mamma, il papà, magari entrambi e, attraverso il loro contributo e il loro maggior benessere, aiutare anche i bambini. Abbiamo così cominciato, con alcune mamme e alcuni genitori, a lavorare insieme "incontrandoci" mediante applicazioni come Zoom, Skype, o semplicemente WhatsApp. I nostri incontri hanno durata di circa 40-50 minuti, lasciando un pò di tempo per confrontarci, valutare come é andato l'incontro e come sono andati i giorni precedenti, definendo alcuni " obiettivi", o semplicemente possibili attività, per i giorni seguenti, in attesa del nostro incontro successivo. Come in precedenza, ogni intervento, anche attraverso i contatti via rete, ha caratteristiche uniche, come lo sono i miei bambini e le loro famiglie: ognuno con le proprie specificità. Vi sono però alcune azioni ricorsive che caratterizzano i nostri incontri. Dopo un primo momento dedicato al "saluto", lavoriamo insieme sul corpo. Il nostro corpo è il nostro principale contenitore e il nostro primo strumento di comunicazione con l’esterno. In esso spesso "scarichiamo" o tratteniamo le nostre emozioni. Il virus l’ha minacciato pesantemente...incidendo così tanto sulle nostre vite. Sentiamo il corpo fragile, insicuro, indifeso. Ci spaventiamo, l’inquietudine cresce e le difese immunitarie si abbassano. Di fatto, rischiamo di essere più vulnerabili. É un corpo che merita cura, che va protetto, rafforzato, che ha bisogno di stare bene...non sentirsi rigido o appesantito da queste nuove "tensioni". Un corpo che, se sta meglio, può aiutarci a sentirci meglio. Parte del nostro incontro pertanto, rimette al centro il corpo, lavorando attraverso il movimento, su 5 distretti. Una sorta di rituale di saluto motorio al corpo, che coinvolge diverse aree, destinando maggiore attenzione a quella su cui, ognuno a modo suo, convoglia maggiormente le tensioni e canalizza stati d'animo. PARTE SUPERIORE del CORPO 1. Testa (spalle, collo, volto) 2. Zona toracica (cuore) e braccia 3. Zona addominale (plesso solare, ombelicale) PARTE INFERIORE 4. Bacino e gambe 5. Piedi (falangi, tarso, metatarso) A seconda dei casi, partecipa un genitore, talvolta entrambi, talvolta la mamma con il bambino. Nel dialogo con il genitore… I bambini sono purtroppo quelli che stanno subendo di più le dure restrizioni necessarie per salvaguardare le vite di ognuno di noi. É preclusa ogni relazione sociale... Ed è più difficile, per i più piccoli, dare forma ad un nemico invisibile. Risulta più difficile accedere e mentalizzare paure, preoccupazioni, interrogativi. Comprendere le preoccupazioni dei genitori... La cassa integrazione, il timore della crisi economica, di perdere il lavoro, di cosa accadrà in futuro... Colgono stati d'animo, li assorbono, ma faticano a dare ad essi una forma che sia "contenibile", controllabile, o almeno esprimibile, tanto da poter essere almeno condivisa. É in tale condivisione che l'adulto (ora il genitore) può offrire qualche spiegazione e qualche rassicurazione. A questo riguardo é stato utile suggerire ai genitori di utilizzare il disegno, come mezzo transizione attraverso cui il bambino può esprimere, anche attraverso storie e personaggi fantastici, pensieri, emozioni e stati d'animo altrimenti poco accessibili e/o difficili da comunicare. A partire dal disegno, diventa più facile costruire la narrazione, ed esprimere pensieri, paure...e magari trovare qualche soluzione magica e rassicurante. A titolo esemplificativo, quello che segue è il lavoro fatto da una mamma, per aiutare il suo bambino a raccontare un sogno avvenuto nella notte... Ecco una parte del materiale prodotto: |
"L’incontro con Isabel è stato molto interessante, bello e stimolante.
Isabel è molto brava..riesce a coinvolgerti e a farti sentire a tuo agio. Dopo l’incontro ero più rilassata e serena". (testimonianza di A., mamma)
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"L’incontro oggi con Isabel è stato molto emozionante, è stato come tornare bambina, come essere cullata dalla mia mamma.
In quel momento era come se Isabel fosse la mia mamma e mi stesse proteggendo.
Grazie di cuore". (una mamma)
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"Cara Isabel, ho provato a scrivere le mie impressioni e le sensazioni di questo periodo...
Che periodo strano, questo...
Non so bene come gestirlo, ci sono delle cose da gestire che esulano dalla mia competenza.
In particolare la didattica di M.
Devo dire che mi snerva davvero molto fare un mestiere che non mi appartiene, e con dei mezzi non proprio adeguati.. É difficile sia per me, che per un bambino di 7 anni utilizzare il computer per svolgere i compiti e seguire tutte le varie video lezioni.
Non ci si aspettava una cosa simile, (virus, quarantena, ecc...), quindi mi ritrovo con un PC vecchio, mal funzionante e non aggiornato.. [...] molti compiti li dobbiamo fare utilizzando il telefono cellulare.
Ho saputo, giusto ieri, dal mio datore, che forse la settimana prossima dovrò rientrare al lavoro. Ciò complicherà notevolmente le cose che riguardano la didattica scolastica, visto che al momento i compiti assegnati occupano di media 3/4 ore al giorno… capisci bene che se devo anche lavorare tutto questo diventa pesante sia per me che per M., che si troverebbe a fare i compiti nel pomeriggio al mio rientro [...]
Ovviamente mio marito sta ancora lavorando, un po' in sede e un po' a casa, quindi anche il suo tempo è molto limitato per la didattica...
Devo dire che tra tutte queste cose e la paura che comunque questa situazione ti porta ad avere per te e per chi ti sta vicino, il mio nervosismo è veramente alto. Mi capita a volte di far fatica a dormire, oppure, di svegliarmi la mattina, più tardi del solito, ed accorgermi che non è stata la mia bambina a svegliarmi, e all'improvviso mi sale ansia e paura, mi alzo e vado subito a vedere perchè non si è ancora svegliata. In quel momento la testa, che di norma non lo fa, comincia a pensare al peggio.. [...] Ma poi quando apro la porta lei è già li' che mi aspetta e mi spara uno dei suoi sorrisoni dolci, di colpo tutto passa.
Ho paura come tutti..e lo stress aumenta..
Ma in tutto questo delirio, la seduta che abbiamo fatto martedì scorso, mi è stata di grande aiuto. Subito dopo mi sono sentita meglio, più rilassata, e questa settimana ho cercato di affrontare le cose in un modo un po' più tranquillo…
Grazie Isabel, per quello che continui a fare".
(testimonianza di J., mamma di M.).
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Isabel è molto brava..riesce a coinvolgerti e a farti sentire a tuo agio. Dopo l’incontro ero più rilassata e serena". (testimonianza di A., mamma)
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"L’incontro oggi con Isabel è stato molto emozionante, è stato come tornare bambina, come essere cullata dalla mia mamma.
In quel momento era come se Isabel fosse la mia mamma e mi stesse proteggendo.
Grazie di cuore". (una mamma)
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"Cara Isabel, ho provato a scrivere le mie impressioni e le sensazioni di questo periodo...
Che periodo strano, questo...
Non so bene come gestirlo, ci sono delle cose da gestire che esulano dalla mia competenza.
In particolare la didattica di M.
Devo dire che mi snerva davvero molto fare un mestiere che non mi appartiene, e con dei mezzi non proprio adeguati.. É difficile sia per me, che per un bambino di 7 anni utilizzare il computer per svolgere i compiti e seguire tutte le varie video lezioni.
Non ci si aspettava una cosa simile, (virus, quarantena, ecc...), quindi mi ritrovo con un PC vecchio, mal funzionante e non aggiornato.. [...] molti compiti li dobbiamo fare utilizzando il telefono cellulare.
Ho saputo, giusto ieri, dal mio datore, che forse la settimana prossima dovrò rientrare al lavoro. Ciò complicherà notevolmente le cose che riguardano la didattica scolastica, visto che al momento i compiti assegnati occupano di media 3/4 ore al giorno… capisci bene che se devo anche lavorare tutto questo diventa pesante sia per me che per M., che si troverebbe a fare i compiti nel pomeriggio al mio rientro [...]
Ovviamente mio marito sta ancora lavorando, un po' in sede e un po' a casa, quindi anche il suo tempo è molto limitato per la didattica...
Devo dire che tra tutte queste cose e la paura che comunque questa situazione ti porta ad avere per te e per chi ti sta vicino, il mio nervosismo è veramente alto. Mi capita a volte di far fatica a dormire, oppure, di svegliarmi la mattina, più tardi del solito, ed accorgermi che non è stata la mia bambina a svegliarmi, e all'improvviso mi sale ansia e paura, mi alzo e vado subito a vedere perchè non si è ancora svegliata. In quel momento la testa, che di norma non lo fa, comincia a pensare al peggio.. [...] Ma poi quando apro la porta lei è già li' che mi aspetta e mi spara uno dei suoi sorrisoni dolci, di colpo tutto passa.
Ho paura come tutti..e lo stress aumenta..
Ma in tutto questo delirio, la seduta che abbiamo fatto martedì scorso, mi è stata di grande aiuto. Subito dopo mi sono sentita meglio, più rilassata, e questa settimana ho cercato di affrontare le cose in un modo un po' più tranquillo…
Grazie Isabel, per quello che continui a fare".
(testimonianza di J., mamma di M.).
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Le parole di un’adolescente, una dei protagonisti (di Valentina Ferretti, Psicologa)
"Se all’inizio di questa quarantena tutto sembrava essere disordinato e nuovo, ma un “filo rosso” teneva tutti uniti, sempre più si rivela importante non perdere quel conduttore e ritrovare un equilibrio, non abbandonandosi all’idea che questo modo di vivere diventi il nostro nuovo modo di essere.
Chi più degli adolescenti è plastico e in trasformazione? Riescono sempre a risollevarsi e a trovare nuove soluzioni anche di fronte a imprevisti e difficoltà. Le parole di L. una ragazza di II superiore, che descrive l’attuale modalità di studio "a distanza", costituiscono uno spunto di quello che significa essere studenti al tempo del Coronavirus, in una scuola che sta cercando nuove regole in “spazi” in parte inesplorati": Com’è stato L., dal tuo punto di vista, organizzare e pianificare lo studio e le attività quotidiane? “All’inizio è stato difficile perché era tutto diverso, però passato un po’ di tempo ho capito che questo qua era il nuovo metodo, quindi mi dovevo abituare”. Come descriveresti il rapporto con il registro elettronico e i compiti dati? “Subito i compiti assegnati erano uguali a quelli in classe, poi sono aumentati e di conseguenza la fatica a restare in pari. Oggi pertanto è più facile fare i compiti per il giorno dopo piuttosto che mettersi avanti”. Com’è il tempo della scuola al tempo del Coronavirus? “Il tempo della scuola è oggi un po’ caotico, è difficile per alunni e professori rispettare gli orari e comprendere quali piattaforme è bene utilizzare”. Le tecnologie sono state di supporto? “Le tecnologie sono venute in supporto nonostante i problemi di connessione. Certo rispetto al loro uso ci sono anche aspetti negativi”. Prova a spiegarmi…. “Perché è facile distrarsi ed è dispersivo ascoltare la video lezione”. Come vengono affrontati gli argomenti? E’ dura? “I professori spiegano meno pagine di teoria, ma ugualmente richiedono tanti esercizi. Non sempre è facile capire ciò che vogliono. Certo l’andare più lentamente mi permette di comprendere meglio, ma allo stesso tempo devo portare pazienza se i compagni faticano a capire”. Il supporto bisettimanale (videochiamate con un’operatrice di “Progetto Crescere”) è per te utile? “Ritengo che il supporto bisettimanale sia utile perché tiene viva la routine e a volte è una guida per pianificare le attività della settimana”. Un ringraziamento a L. per averci “prestato la sua voce”. |
(di Arianna Casali, Psicologa)
"Il titolo scelto per questa intervista rappresenta, secondo il mio punto di vista, le parole dei ragazzi con cui sono in contatto anche in questo periodo di lockdown. Fin dai primi giorni in cui la scuola è stata forzatamente chiusa, la voglia dei ragazzi di fare ciò che desiderano e la speranza per l’avvenire non li ha mai abbandonati. All'inizio era la speranza di poter avere un'altra settimana di “vacanza”, poi si è trasformata nella speranza di ritornare a scuola, anche se a metà maggio. A questa speranza se ne sono unite tante altre ancora più forti. La speranza di rivedere gli amici, la speranza di riabbracciare i nonni, la speranza di poter andare al parco e lanciarsi sull'altalena e infine la più importante, la speranza di riuscire ad affrontare comunque anche questo periodo di isolamento.
Dalle parole di C. (terza secondaria di primo grado) si intravedono le varie sfaccettature di questo tempo per i ragazzi, se ne comprendono le difficoltà, ma anche le ricchezze che questa nuova modalità di “andare a scuola” – vedendosi attraverso un PC o un tablet - ha regalato ad ogni studente. C. non si è fatta scoraggiare dalle prime difficoltà, ma si è messa in gioco per cercare di apprendere ed imparare in maniera differente da prima. C. è piena di speranza, fiduciosa di rivedere le sue amiche e piena di voglia di tornare a praticare le sue passioni. Com’è stato, dal tuo punto di vista, organizzare e pianificare lo studio e le attività quotidiane? Personalmente è stato più difficile, perché i compiti erano molti ed era difficile stando a casa alzarsi presto al mattino. Nonostante ciò a livello scolastico è più semplice: alcuni professori ti spiegano di più, assicurandosi che tu abbia capito al primo colpo, non come a scuola che devi magari aspettare il giorno dopo. Come ti sei trovata con il registro elettronico e i compiti dati? Io non avevo mai usato il registro elettronico, se non per guardare i voti. Prima scrivevo tutto sul diario, adesso invece a volte è difficile trovare i compiti perché devo stare attaccata al computer sempre, ed è faticoso. Devo sia ricopiare i compiti sul quaderno che mandare i compiti in formato digitale tramite Classroom. Nonostante ciò mi sono impegnata per capirci qualcosa e organizzarmi; alla fine li faccio sempre tutti e riesco a consegnarli nei tempi giusti. Tre aggettivi per descrivere la scuola al tempo del Coronavirus? Sono troppo pochi tre aggettivi, ma ci provo. Faticosa, corta, impegnativa, però allo stesso tempo un po' più divertente, a volte riesci a stare più attenta. Io siccome ho l'esame so che devo capire tutto al volo. La tecnologia ti ha aiutato in questo periodo? A me la tecnologia non piace, preferisco stare all'aperto, andare a scuola e stare con i professori di persona. A casa poi con il computer è difficile perché ci sono più distrazioni come i giochi sul telefono o la possibilità di aprire nuove finestre su internet mentre c'è la lezione. Ho però capito che se non ci fossero i computer noi non potremmo seguire la lezione e imparare cose nuove, quindi mi sono adattata e spero di apprendere ciò che mi serve. Il supporto settimanale (videochiamate con un’operatrice di “Progetto Crescere”) è per te utile? Io chiedo sempre l'appuntamento con te perché anche se siamo via telefono o via internet secondo me il nostro lavoro è fondamentale, anche con questa metodologia riesci ad aiutarmi. Per esempio a organizzare la tesina d'esame, oppure nelle spiegazioni dei compiti che non capisco per riuscire a farli al meglio. E' diventato come il “nostro” lunedì. Cosa ti manca di più del nostro incontro faccia a faccia? Riuscire a parlare più in intimità. Prova a spiegarmi meglio... A volte qua entra mio fratello, è diverso da come siamo abituate. Nella tua stanza mi sento più in intimità. Quale è la prima cosa che farai quando uscirai? Scapperò di casa per andare dalla mia migliore amica, le starò appiccicata tutto il giorno. Poi andrò a ballare nella mia scuola di ballo, perché fare le lezioni on-line non è come in sala. Là mi posso sfogare e sentire l'incoraggiamento e gli applausi dei compagni o la correzione dei maestri. Insomma è diverso e non vedo l'ora di poterlo fare! Ti aspettavi che questo “isolamento” dalla scuola durasse così a lungo? All'inizio no, l'avevo preso sottogamba. Ora invece è diventato tutto troppo lungo. Ma se è indispensabile sono disposta a starci anche un anno per poi, finito quell'anno, tornare alla mia vita. Grazie a C. per aver condiviso i suoi preziosi pensieri". |
(di Cecilia Zannoni e Giulia Fontana, Logopediste)
"All’interno dell’equipe di Progetto Crescere come logopediste ci occupiamo di valutazioni e trattamenti riabilitativi/abilitativi in bambini con difficoltà di linguaggio e apprendimenti scolastici. Da metà Marzo abbiamo dovuto adattare la nostra attività lavorativa, sempre svolta a contatto diretto con i bambini, in attività a distanza, iniziando ad informarci sui supporti web e sulle modalità più corrette ed efficaci per mantenere continuità nei trattamenti.
Ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione continua - attraverso le equipe e i diversi momenti di confronto "a distanza" - con le colleghe e, parallelamente, attraverso momenti di formazione che hanno permesso di identificare le piattaforme e i software più adeguati per noi e per gli utenti e modificare l’approccio riabilitativo adattandolo in modo il più possibile funzionale alle nuove modalità. Per i bambini di età scolare, vedersi e lavorare attraverso computer o tablet, è stato un passaggio abbastanza semplice; si sono mostrati collaboranti, attenti, abituati all’utilizzo della tecnologia e desiderosi di mantenere una routine ormai consolidata nella loro settimana. I software disponibili, oltre alle schede e ai programmi già usati durante le attività in presenza, hanno permesso di proseguire il trattamento. Abbiamo proposto loro soprattutto compiti di lettura, attività di correttezza ortografica e di arricchimento della produzione linguistica. L’utilizzo del computer/tablet permette la visione frontale del bambino e la possibilità di mantenere una buona conversazione e interazione, guardando occhi, volto e sfruttando anche la comunicazione non verbale (sguardo, sorriso …). Per i più piccini…
Il lavoro a distanza con i bambini di età prescolare, ha posto maggiori criticità. Nella quotidianità infatti, ci occupiamo soprattutto di bambini con severe difficoltà di linguaggio e disturbi dello speech primari e/o associati ad altre condizioni cliniche. La normale ora di trattamento è fatta di tanti momenti in cui la comunicazione non verbale, il contatto, lo scambio gestuale e il contenimento fisico ed emotivo, sono elementi fondamentali che permettono di modulare la relazione con il bambino. Nel trattamento a distanza viene meno proprio l’aspetto legato alla vicinanza fisica del nostro lavoro e diventa estremamente importante trovare strategie per ovviare a tale mancanza. Una di questa sta proprio nel coinvolgere il genitore che si trova insieme al bambino dall’altra parte dello schermo, rendendolo attivo nel guidare il proprio figlio, veicolando la sua attenzione e le sue azioni verbali e gestuali. Ho sempre creduto nell’importanza dei genitori come protagonisti, e non tanto come spettatori, dell’intervento riabilitativo nei confronti dei propri figli e perciò anche in precedenza li ho invitati ad essere presenti con me durante le sedute logopediche. Questo approccio si è rivelato una risorsa estremamente importante in questa circostanza: per i genitori è stato più facile fare le veci del logopedista, utilizzando la propria presenza accanto al bambino, le sue mani e la sua voce per guidare e sostenere le produzioni verbali, intervenendo per recuperare la sua attenzione, oltre che per modellare e mantenere le istruzioni date del terapista. Un elemento importante del lavoro a distanza, è la preparazione del materiale; in studio sono presenti tantissimi giochi ed attività tra cui scegliere per lavorare su obiettivi linguistici. Lavorando online è necessario predisporre per ogni bambino materiale “ad hoc”, preparato secondo obiettivi specifici, le sue caratteristiche, interessi e desideri; a questo scopo sono stati selezionati pezzi di filmati o cartoni, costruite presentazione PowerPoint con personaggi preferiti, creato situazioni di gioco. È essenziale proporre attività accattivanti per sostenere la motivazione e rendere il lavoro davanti allo schermo divertente (alcuni esempi nelle immagini riportate di seguito). Il trattamento indiretto: il lavoro con e attraverso i genitori.
Con alcuni genitori abbiamo attivato una modalità di trattamento indiretto sotto forma di colloquio a distanza; abbiamo definito insieme obiettivi, modalità e tipologia di attività da svolgere con il bambino. Per ovviare al rischio di caricare troppo il genitore della responsabilità terapeutica, abbiamo puntato su piccoli obiettivi e cercato modalità/attività inserite nella routine e quotidianità del bambino della famiglia. I genitori con cui stiamo lavorando si sono rivelati molto collaboranti, disponibili al confronto e fiduciosi nel lavoro proposto. Il loro lavoro sta contribuendo a garantire una continuità di trattamento e a mantenere/consolidare gli obiettivi raggiunti. L’attività a distanza svolta in questo periodo ha permesso quindi di mantenere una continuità terapeutica con molti bambini e famiglie; pur non considerandola come sostitutiva dell’attività ambulatoriale, costituisce sicuramente un valido supporto e un’opportunità anche nella quotidianità, specialmente in situazioni in cui la distanza fisica impedisce la possibilità assistenziale. Le competenze e conoscenze acquisite sulle modalità di intervento a distanza, potranno infatti rivelarsi utili anche in altri periodi, laddove ad esempio, la famiglia non riesca ad accompagnare il bambino in sede con la frequenza e la regolarità necessarie all'efficacia del trattamento". |